DONNE, UNITE PER UNA DEMOCRAZIA PARITARIA

DONNE, UNITE PER UNA DEMOCRAZIA PARITARIA

15 feb. – “E’ convocata oggi la conferenza delle donne democratiche, io non sono delegata, ma in questi ultimi giorni mi sono inevitabilmente confrontata con molte donne su quello che ritengo un tema profondamente politico: l’esclusione delle donne nella rappresentanza del Pd nel neonato governo Draghi e la mancata parita’ nella composizione dei ministri (8 donne su 23 ministeri)”. Cosi’ in una nota la presidente del I Municipio di Roma, Sabrina Alfonsi. “A 10 anni dalla grande mobilitazione di Se Non Ora Quando- spiega Alfonsi- purtroppo, il centro sinistra ha ancora troppa strada da fare. Mentre il mondo sta cambiando, il Pd e’ fermo sulla rappresentanza di genere, sulle pari opportunita’. Un partito che si dichiara femminista, che ha in se’ una Conferenza delle donne democratiche, idealmente un luogo profondamente politico, e’ inaccettabile che non valorizzi la componente di genere. Se il Pd si definisce un partito progressista e vuole essere il partito della responsabilita’ di governo, non puo’ non assumersi la responsabilita’ politica di una scelta del genere, una scelta ‘di genere’, l’esclusione delle donne dagli incarichi. Eppure il tema profondo e’ la leadership, sempre maschile, all’interno di un partito che fatica a rendere efficaci dichiarazioni sulla carta impeccabili riguardo le pari opportunita’. E non bastera’ uno stuolo di Sottosegretarie, non bastera’ una Numero Due. Se davvero il Pd vuole essere il partito progressista lo deve dimostrare nei fatti, perche’ siamo arrivate al paradosso che ad esprimere le ministre sia la destra. Noi dobbiamo portare avanti il punto di vista delle donne, il punto di vista femminista, tanto piu’ in questa fase post pandemica dove c’e’ da ricostruire una societa’ e quella che verra’ deve essere una societa’ paritaria. Oggi e’ impossibile- afferma ancora la presindete del Municipio- le donne hanno solo i ministeri piu’ leggeri quelli senza portafoglio: in questo Governo Draghi tutti i ministeri che comportano la gestione delle risorse del Recovery Fund sono stati assegnati a uomini. Parte della stampa e’ arrivata ad affermare che le donne a sinistra non sono abbastanza capaci. Rifiutiamo questa narrazione insidiosa. Se parliamo in termini di preparazione, basta guardare i dati delle laureate uscite dalle universita’; se parliamo in termini di potere, abbiamo un diverso modo di esprimerlo e di intenderlo. Ma ora parlo alle donne, alle amiche, alle compagne. Basta aspettare che ci venga riconosciuto un ruolo che alla fine e’ sempre subalterno. Io penso che che come donne democratiche oggi dobbiamo smettere di chiedere. Dobbiamo sostenere con forza le nostre migliori esponenti, in tutte le sedi, dalle rose di nomine per istituzioni e centri di ricerca, ancora troppo maschili, come quelle del CNR di pochi giorni fa, ai nomi delle future sottosegretarie o ministre o alle candidatura a sindaca o a presidente di regione o alla Presidenza della Repubblica. Senza logiche di correnti, ma davvero unite per raggiungere la democrazia paritaria”. (Comunicati/Dire)

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