GLI ANGELI DELLA STAZIONE TERMINI
In giro per il I Municipio con l’unità mobile dei volontari della Europe Consulting che ha creato un terzo presidio sociale nello scalo ferroviario. In servizio dalle 10 alle 22.
La macchina parte dalla stazione Termini, svicola in via Giolitti, via Gioberti, passa per l’Esquilino e Santa Maria Maggiore. A bordo c’è l’equipe della cooperativa Europe Consulting, la onlus che gestisce il polo sociale della stazione Termini. Sono sociologi, psicologi, assistenti sociali, e per la prima volta c’è anche un infermiere. Si spostano sul territorio del I Municipio, intercettano il disagio di chi vive ai margini. Si fermano, parlano, entrano in relazione con i senza fissa dimora. Se necessario prestano le prime cure sul posto. Ma soprattutto creano il contatto con i servizi sociali e sanitari del territorio. Per la prima volta l’assistenza socio-sanitaria si muove su strada e opera in collaborazione con il I Municipio per costruire una rete di aiuto che vada oltre la gestione dell’emergenza immediata.
L’iniziativa della Europe Consulting nasce dalla decisione di partecipare al bando emesso dalla Regione Lazio per realizzare progetti di solidarietà. E di creare un terzo presidio, con base alla stazione Termini, per completare il circuito sociale per la cura dei senza dimora. «Dopo lo sportello di ascolto e orientamento dell’help center (nel 2014 oltre 18 mila contatti di cui circa 1600 nuovi utenti) e il Binario 25, centro di accoglienza diurno e notturno, abbiamo pensato che mancava un’unità che potesse affrontare il gap sanitario di strada – spiega Alessandro Radicchi, il presidente della Cooperativa -. Un’unità mobile, itinerante, per il monitoraggio costante del disagio e l’accompagnamento della persona per tutto il percorso sociosanitario, da attuare con Regione Lazio e I Municipio, in collaborazione con la sala operativa sociale del Comune». Il progetto è diventato effettivamente operativo a settembre scorso e si concluderà il prossimo 31 luglio.
L’equipe lavora senza sosta. Tutti i giorni della settimana, dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22, i due operatori, sociologi, educatori, psicologi, assistenti sociali, insieme all’infermiere battono le zone più critiche del I Municipio. Dalla stazione Termini, all’Esquilino, a Porta Maggiore, Trastevere Testaccio, si muovono per mappe di intervento e casi specifici: per ogni persona senza dimora c’è un data base, una scheda che riepiloga dati essenziali, problematiche, interventi già effettuati o da effettuare. Nel territorio del I Municipio i clochard con residenza effettiva sono circa 1000, contro i 28 mila che hanno una residenza solo virtuale. «Il percorso di conoscenza a volte può essere anche molto lungo – spiega Laura, sociologa della cooperativa -. Sono persone con fragilità diverse, fisiche e psichiche, non è facile avvicinarle. Per questo l’operatore si occupa della costruzione di una relazione mentre l’infermiere interviene, direttamente sul posto o dirottando le cure sui servizi territoriali, Asl, ospedali, servizi sociali, associazioni di volontariato»
L’obiettivo finale varia: per un giovane in strada da poco si spera di creare le condizioni per il reinserimento, per chi ha alle spalle venti anni di strada è già un successo portarli a fare una doccia o a bere un caffè. In un anno si possono prendere in carico anche 150 persone, a 50 si può cambiare la vita, agli altri 100 ridurre gli effetti negativi dello stile di vita. Come per la coppia di bulgari che vive su un gradino di via Gioberti, a Santa Maria Maggiore. Sono marito e moglie, stanziali da ormai molti anni. Non parlano italiano ma dicono di stare bene, di riuscire a gestire il freddo e la pioggia. L’uomo ha problemi cardiaci, ma le medicine sono scritte in bulgaro. Mattia, lo psicologo, cerca il contatto. Luigi, l’infermiere, gli misura pressione e polso. Continueranno ad osservarli, come faranno con Maria, la donna ucraina che vive sul marciapiedi più avanti. Lei sta bene, sta solo aspettando di avere i documenti per lasciare l’Italia.
«L’obiettivo è superare la gestione della pura emergenza in strada, la pura distribuzione di cibi e coperte, o gli interventi per contrastare il freddo, per creare una rete permanente con l’interazione delle Istituzioni – spiega l’assessore alle Politiche sociali del I Municipio, Emiliano Monteverde -. I ragazzi della Europe Consulting sono fantastici, solo pochi giorni fa hanno aiutato una donna che sembrava essere incinta portandola in ospedale e la stanno continuando ad assistere. L’amministrazione da sola non è in grado di risolvere il problema ma insieme ce la possiamo fare». «Grazie al ponte di questa unità mobile il I Municipio attiva i propri servizi sociali e sanitari e così possono fare le altre Istituzioni, ognuno secondo le proprie competenze – aggiunge -. In questo modo nasce la rete, un sistema per dare un aiuto concreto, massimizzare le possibilità di riuscita e ottimizzare anche le risorse pubbliche per un progetto comune»
articolo di FLAVIA SCICCHITANO pubblicato il 16 dicembre su
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_dicembre_16/gli-angeli-stazione-termini-aiutare-chi-vive-margini-8c73eade-852f-11e4-bef0-810da32228c1.shtml
credits foto roma.corriere