“Prossimità al cibo nella città metropolitana di Roma per costruire un nuovo paradigma di benessere”.
Vi ringrazio per questo nuovo invito a conclusione del vostro progetto “Urban food” che, grazie agli autorevoli relatori, a partire dal professore Cesaretti e al focus sulla prossimità del cibo nelle città e soprattutto nelle metropoli, metterà in risalto come una seria food policy possa mettere a sistema diversi obiettivi dell’agenda 2030 oltre a connettere il tessuto urbano con quello peri-urbano e rurale riuscendo al contempo a tutelare meglio di quanto non si stia facendo oggi i punti più deboli della filiera.
Compito fondamentale per la città che a seconda delle indagini risulta tra il primo e il terzo posto tra le città più verdi d’Europa.
Una politica sul cibo nelle metropoli è strettamente collegata al secondo obiettivo dell’agenda (sconfiggere la fame).
Sconfiggere la fame e promuovere sistemi agricoli e filiere alimentari sostenibili significa, a sua volta, combattere la povertà (obiettivo 1), preservare la salute (obiettivo 3) tutelare le risorse naturali (obiettivo 6-12-13-14-15) creare un sistema agricolo innovativo e meno impattante dal punto di vista energetico (obiettivo 7 e 9) ridurre le disuguaglianze (obiettivo 5 e 10) offrire a tutte e tutti un’educazione e un’occupazione adeguata (obiettivo 4 e 8) mantenere la pace e la stabilità politica (obiettivo 16) garantire uno sviluppo rurale e urbano sostenibile (obiettivo 11)
Parlando di urban food parliamo quindi di un sistema ricco di potenzialità sia sul versante dei produttori che dei consumatori.
E qui veniamo al primo nodo.
Siamo ancora indietro sulle azioni da mettere in campo per migliorare la connessione tra chi produce, chi commercializza e chi consuma il cibo nell’area metropolitana di Roma.
Per questo la battaglia per la questione alimentare dovrà essere sempre di più una priorità per le amministrazioni a tutti i livelli, a cominciare da quelle più vicine al territorio.
Spesso quando si pensa al cibo di qualità ci muoviamo nella cornice di una narrazione fondata quasi esclusivamente sull’estetica e la “sensualità” del cibo, sui ristoranti stellati e le degustazioni esperienziali.
Ma per chi come me amministra la costruzione di una strategia alimentare urbana di qualità serve per tenere insieme un’agricoltura etica ed ecologica, un lavoro agricolo meno precario, giustamente retribuito e più degno di considerazione sociale, per arrivare a un consumo finale di prodotti di qualità con una ricaduta positiva sulla salute dei cittadini. In questo l’educazione alimentare a partire dalle scuole è fondamentale rispetto al tipo di cibo che consumiamo che dovrà essere sempre più sostenibile.
A tal proposito è bene ricordare come l’assemblea generale dell’Onu ha dichiarato il 2021 l’Anno internazionale della frutta e della verdura al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questi cibi per l’alimentazione umana, la sicurezza alimentare, la salute, e per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Oggi, grazie a una maggiore consapevolezza e a un attivismo della società civile su questo tema e a un settore privato che vede un forte rinnovamento del settore, sia a monte che a valle, alle università che sempre più formano giovani qualificati, credo sia possibile strutturare una vera e propria politica del cibo per la nostra città intesa come area metropolitana.
Questo è possibile perché:
• Roma è caratterizzata da tantissime esperienze legate al cibo sostenibile. Tuttavia, a livello politico non esistono ancora una visione e una direzione strategica definita, con il rischio che tali iniziative perdano la capacità di accompagnare la transizione verso sistemi alimentari sostenibili;
• esiste un interessante mix di iniziative dal basso e strumenti/incentivi/azioni istituzionali settoriali. Tuttavia, questi due mondi sono spesso slegati e mancano di connessioni, spazi di dibattito e coordinamento politico;
• un mosaico agricolo di notevole valore ma non adeguatamente sostenuto perché ha come grande limite l’eccessiva frammentazione.
A seguito dei fenomeni che hanno portato all’industrializzazione dei sistemi alimentari abbiamo vissuto una disconnessione fra produzione e consumo.
Riconnettere questi mondi è il nostro compito.