17 Gennaio, 2025
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ciclo dei rifiuti

Dopo il progetto sperimentale realizzato da Ama, in collaborazione con Roma Capitale e i Municipi per la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), ha preso il via la raccolta e il conseguente smaltimento di rifiuti ingombranti e di materiale elettronico accumulato negli anni negli spazi scolastici dei nidi e delle scuole d’infanzia di Roma Capitale. I prossimi appuntamenti saranno organizzati negli istituti comprensivi.

Sedie, armadi, materiali elettrici ormai non utilizzabili che occupano da tempo aree nelle nostre scuole saranno rimosse grazie ad una campagna straordinaria promossa dall’Assessorato alla scuola, formazione e lavoro, con l’Assessorato all’agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma capitale e dalla commissione scuola. A svolgere il ritiro sarà Risorse per Roma, con i suoi addetti, per poi procedere allo smaltimento con Ama. Il piano, realizzato grazie a fondi di bilancio dedicati, è iniziato nella scuola Saffi a San Lorenzo del II municipio ed entro dicembre 2024 è in programma lo sgombero di ambienti in 40 scuole e, durante il corso dell’anno 2025, proseguirà in tutti i Municipi per le oltre 500 scuole capitoline.

“È stato realizzato un obiettivo importante” dichiara l’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi. “Questo progetto permette di restituire spazi per l’attività didattica, ma guarda anche all’ambiente. In particolare, viene evidenziata l’importanza del riciclo e del riuso corretto dei materiali: queste azioni contribuiscono in modo significativo ad innalzare i livelli di raccolta differenziata, programmati per il 50% entro il 2025.

Un ringraziamento particolare deve essere rivolto ad Ama e a Risorse per Roma, che si occuperanno della raccolta e dello smaltimento dei materiali, contribuendo ad abbattere gli impatti ambientali e favorire un’idea di riciclo e riuso che fa bene alla città”.

Roma, 10 dicembre 2024

18 febbraio – A margine del convegno al CREA sulla Toumeyella Parvicornis, sono stata intervistata da Manuela Murgia di TeleAmbiente sul tema della chiusura del ciclo dei rifiuti a Roma. Ecco l’intervista.

Chiusura ciclo dei rifiuti, Alfonsi: “Presto due impianti in ogni municipio”

 

Chiusura del Ciclo dei Rifiuti, Alfonsi: “Presto due impianti per ogn Municipio”.

Tutti quanti dobbiamo entrare nell’ottica di smaltire i rifiuti dove vengono prodotti: se sono prodotti a Roma, a Roma vanno smaltiti. Tutti avranno un impianto sotto casa”. Intervista all’Assessora Sabrina Alfonsi.

Chiudere il ciclo dei rifiuti è obiettivo inderogabile del Campidoglio, infatti permetterebbe di risparmiare, solo per quanto riguarda l’umido, 20 milioni di euro all’anno.

14 nuovi siti per gli impianti di lavorazione dei rifiuti sono stati già individuati sul territorio cittadino, in futuro –  dichiara a TeleAmbiente Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti – ogni municipio dovrà avere due impianti al suo interno.

Abbiamo Fatto tre grossi interventi con la presentazione dei progetti al pnrr: i due digestori anaerobici per l’area di Casal Selce e di Cesano, altri due impianti di separazione e trattamento della carta del cartone e della plastica e 10 aree che sono centri di raccolta per spingere fortemente l’economia circolare e quindi prima dell’isola ecologica ci deve essere il centro di raccolta. Sono 10 perché tanti potevano essere finanziati con il Pnrr ma la nostra idea è di averne per lo meno due a Municipio”.

E continua: “Roma capitale spende 20 milioni di euro all’anno solo per il trattamento dell’umido che viene inviato altrove, quindi con i due biodigestori che sono stai finanziati ci ripagheremo il costo sostenuto, costeranno 193 milioni, in 10 anni.

A chi è preoccupato perché vede che vicino casa sua sorgeranno questi impianti cosa possiamo dire?

Di andare ad Anzio o a Bologna a vedere gli impianti di digestione anaerobica perché sono impianti che non danno veramente più nessun problema Non sarebbero stati finanziati dal Pnrr altrimenti infatti sono impianti di economia circolare“. E conclude: “Tutti quanti dobbiamo entrare nell’ottica di smaltire i rifiuti dove vengono prodotti: se sono prodotti a Roma, a Roma vanno smaltiti. Tutti avranno un impianto sotto casa”.

12 febbraio – Settimana fondamentale, quella che sta finendo, per la politica sui rifiuti a Roma. Giovedì scorso la Giunta ha approvato i progetti che partecipano ai bandi del PNRR per ottenere finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti e per la raccolta differenziata a Roma.

Abbiamo approvato un pacchetto di progetti che riguardano quattro impianti di trattamento – due biodigestori anaerobici per la frazione organica e due impianti di selezione e valorizzazione per carta e plastica – e poi 10 centri di raccolta da realizzare nei territori, di cui otto completamente nuovi e due riqualificazioni e ampliamenti di centri esistenti, che andranno ad ampliare la rete cittadini di questi impianti importantissimi per il conferimento di tutti quei tipi di rifiuti che non possono essere lasciati nei cassonetti.

Dopo più di 15 anni di completo stallo, finalmente Roma torna a guardare avanti, a progettare il suo futuro. L’approvazione di questi progetti nel rispetto della tempistica molto stretta imposta dai bandi Pnrr rappresenta il primo, ma assai significativo, passo in avanti in un percorso complesso che entro pochi anni dovrà portare Roma fuori dalla palude in cui è venuta a trovarsi a causa della mancanza di impianti di trattamento dei rifiuti.

Insieme agli impianti di Acea per il trattamento dei fanghi di depurazione presso la rete dei depuratori di Roma e ad altri tipi di impianti per i quali stiamo portando avanti le valutazioni tecniche, questo lavoro ci consentirà, nel medio periodo, di risparmiare risorse che oggi utilizziamo per trasportare i nostri rifiuti in altre regioni, per poterle dedicare alla riorganizzazione e al miglioramento dei servizi di igiene urbana nella città, con l’obiettivo finale di elevare la percentuale della raccolta differenziata ai livelli richiesti dalla legislazione europea e ridurre il livello della TA.RI. che oggi pesa moltissimo sui cittadini romani a fronte di un servizio non ancora adeguato.

REPUBBLICA.IT – Intervista a Sabrina Alfonsi

IL CAFFE’ DI ROMA – Intervista a Sabrina Alfonsi

27 gennaio – Grande soddisfazione per l’ottimo lavoro fatto con l’approvazione del bilancio di previsione, un lavoro di squadra tra Giunta e Consiglio. Roma può finalmente ripartire su una base solida e ragionata, con fondi adeguati alle sfide che ci aspettano.

Tanti investimenti in bilancio per una città verde, pulita, ludica e sana. Per il solo 2022, il bilancio di previsione dell’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti ammonta a 943 milioni di euro, di cui 901 milioni in spesa corrente e 42 milioni in spesa per investimenti.

Per la spesa corrente, confermiamo gli stanziamenti iniziali rispetto al 2021 per lo smaltimento rifiuti (821 milioni, quasi interamente destinati al contratto di servizio Ama), i servizi cimiteriali (29 milioni per contratto Ama), e il Bioparco (3 milioni per contributi di gestione).

Aumentiamo invece i fondi per le aziende agricole (+900 mila euro), per i diritti degli animali (+2 milioni, di cui 1,8 per la gestione dei canili e dei gattili) e per la cura del verde pubblico (+ 14,5 milioni) rispetto al 2021. Abbiamo investito molto sul verde, anche in considerazione della necessità di accelerare le azioni di contrasto alla toumeyella, a protezione dei pini di Roma. Nel 2022 spenderemo 8 milioni per la cura degli alberi e 14 milioni per il verde orizzontale, ai quali si sommano i 9 milioni che i municipi avranno a disposizione in attuazione del decentramento delle aree inferiori ai 20mila metri quadrati (con un aumento di 5 milioni in più rispetto a quelli già a loro disposizione). In totale, per il verde verticale e orizzontale portiamo la spesa dai 3,5 milioni del 2020 ai 31 milioni per il 2022, includendo i fondi a disposizione dei municipi.

Investiamo 330mila euro per la progettazione degli interventi di manutenzione straordinaria per le Aziende di Castel di Guido e Tenuta del Cavaliere, e 150mila per quella destinata alla riqualificazione del canile della Muratella e per la realizzazione dell’ospedale veterinario di Roma.

Riconfermiamo i fondi relativi a una serie di interventi che l’amministrazione precedente non era stata in grado di avviare perché senza progetti o senza le adeguate coperture, con l’obiettivo di farli partire nei prossimi mesi, come la riqualificazione dei parchi di via della Serenissima, di Tor Tre Teste, di Centocelle, e delle ville come ad esempio Villa Ada, con un intervento organico sul verde e sulla riqualificazione degli immobili, con uno stanziamento pari a 9 milioni di euro.

Grazie a nuovi stanziamenti per 1 milione di euro, avvieremo la progettazione per la riqualificazione delle ville storiche, per nuove aree ludiche e sportive, per la ricognizione del patrimonio arboreo. 2 milioni sono destinati alla riforestazione urbana a Casale Brunori, Torre Spaccata e Pietralata e 1,2 milioni per la bonifica delle micro-discariche. Tanti interventi diffusi nella città, Villa Lazzaroni, Parco San Sebastiano, Villa Celimontana, Villa Gordiani, Via Gandin, a ribadire il concetto che la qualità e la cura dell’ambiente sono una priorità di questa amministrazione e che lavoriamo all’obiettivo di far tornare Roma, dopo anni di incuria, una città vivibile e pulita.

10 dicembre – Tre deleghe fondamentali per Roma, strettamente connesse tra loro che rappresentano in gran parte il futuro di Roma. L’assessora all’agricoltura, all’ambiente e al ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, nell’intervista a ‘’Radiocolonna Tv’’ confida di sentirsi impegnata, in prima persona,  nella mission di sviluppo sostenibile, che contribuisca alle battaglie per il pianeta e a tutti gli obiettivi fissati dalla “Agenda 2030”, offrendo ai romani una qualità della vita migliore. 

 

 

 

‘’L’inizio è la cura del verde (Roma è la capitale europea con più aree verdi n.d.r.) a partire dalla  riqualificazione di tutte le ville storiche e da una gestione della rete dei parchi volta a renderli tutti fruibili’’.  Sostiene l’assessora annunciando che uno dei primi provvedimenti che si sta già avviando è quello di consegnare ai municipi le aree verdi fino a 20.000 metri quadrati, insieme alle aree ludiche e agli arredi, mentre al Comune rimarranno in capo le alberature.  ‘’Perché servono -spiega – delle specializzazioni per sistemare nel migliore dei modi il patrimonio arboreo cittadino, come nel caso della “toumeyella” (cocciniglia) che sta colpendo molti pini di Roma’’.

Altro obiettivo dell’Alfonsi è quello di potenziare il servizio giardini nei Municipi, tornando  a scommettere sulla storica Scuola Giardinieri di Roma e dotando le ville storiche di un servizio di guardiania. 

Roma è anche il comune agricolo più grande d’Europa. Come coniugare questo aspetto della città con l’espansione urbanistica che finora l’ha in parte sacrificata?  

“Mi piace dire Agricoltura e agri-culture’’.  risponde Alfonsi.   ‘’ All’interno della città di Roma – continua – abbiamo due grandi aziende agricole comunali, con produzioni in house, e altre realtà agricole del circuito Coldiretti e Campagna Amica, che vanno ampliate e potenziate. Mi piace pensare a delle sperimentazioni di agricoltura sociale, rivolta alle persone più fragili, oppure a degli “agri-nido” rivolti ai bimbi 0-3 anni che potrebbero portare i più piccoli a vivere parte dei loro primi tre anni di vita in campagna, presso realtà agricole a ridosso della città urbanizzata.  Oppure, ancora,  trasformare alcune aziende agricole in agriturismi, per far cambiare  ai turisti in arrivo a Roma la percezione del turismo in città,  attraverso strutture nel verde che permettono in poco tempo di visitare il Centro Storico”.

In sostanza una nuova stagione per l’agricoltura romana che prelude anche nuovi posti di lavoro.  ‘’Ci sono anche da sviluppare le produzioni a chilometro zero fatte in città’’. Rileva l’assessora portando  esempio l’ olio IGP biologico con un suo marchio, che da quest’anno viene prodotto all’interno del grande Parco del Colosseo da 189 piante di ulivo. ‘’L’ etichetta è molto bella e raffigura il Colosseo ed un ramoscello di ulivo – dice Alfonsi – e sempre nel parco abbiamo anche miele e si produrrà presto anche vino, perché si stanno risistemando le Vigne Barberini’’…

‘’Coniugando meglio espansione urbanistica e agricoltura – sottolinea Alfonsi – potrebbe nascere opportunità di investimento per i fondi europei in arrivo con il Pnrr. Rilanciare l’agricoltura potrebbe diventare un modo per riorganizzare la città che a livello urbanistico si è sviluppata in maniera non omogenea. I terreni ‘’vuoti’’ – conclude – potrebbero diventare un asset per una diversa densificazione della città, ma questo sarà un lavoro che faremo insieme all’assessore all’urbanistica, per puntare su una innovativa urbanizzazione e la creazione di nuovi posti di lavoro ’’. 

10 dicembre – Sui rifiuti a Roma stiamo provando a cambiare le cose, sapendo che ci vorrà del tempo. Oggi siamo messi peggio di 10 anni fa, e la città sta pagando carissimo l’immobilismo e le “non scelte” ideologiche di chi l’ha amministrata negli ultimi anni.

In contemporanea con il Piano Straordinario avviato i primi di novembre, utile ad affrontare l’emergenza con una serie di interventi coordinati di pulizia, disostruzione delle caditoie stradali, raccolta delle foglie i interventi sul verde, abbiamo lavorato per aumentare gli sbocchi per il trattamento dei rifiuti raccolti, tanto che oggi disponiamo anche di un certo margine che ci consente di eliminare progressivamente gli accumuli di spazzatura ancora presenti sulle strade e ci mette al riparo da improvvise chiusure degli impianti che trattano i nostri rifiuti.
Abbiamo chiesto ad AMA, rinnovata nella dirigenza di vertice, un grande sforzo per riportare la città ad un livello ordinario di pulizia in tempi ragionevoli. Per quanto riguarda la gestione ordinaria futura, abbiamo già previsto, a partire dal prossimo contratto di Servizio, l’organizzazione dell’Azienda su base municipale, per renderla più adeguata alle esigenze specifiche dei territori e perché siamo convinti che si riesce a governare meglio una città complessa come Roma se i centri di responsabilità vengono avvicinati ai territori, e quindi ai cittadini. Questo anche in funzione di un ripensamento complessivo della raccolta, sia porta a porta che stradale, che renda più efficiente ed efficace il sistema.
Da lunedì prossimo parte nel primo municipio una sperimentazione che prevede nuove modalità di raccolta dei rifiuti delle cosiddette utenze non domestiche (UND), ossia quelle delle attività commerciali, della ristorazione, degli uffici. Un sistema semplificato rispetto all’attuale, che prevede che gli esercenti a orario di chiusura delle attività, e solo allora, possano conferire i rifiuti (imballaggi, vetro, scarti alimentari) all’esterno dei locali per la raccolta da parte di AMA. Si tratta di rifiuti che oggi, purtroppo, troviamo all’interno ma anche all’esterno dei cassonetti stradali, là dove vige questa modalità di raccolta, e che di frequente intasano i contenitori costringendo i cittadini a lasciare i loro rifiuti intorno agli stessi.
Stiamo aumentando la possibilità per i cittadini di conferire i rifiuti speciali direttamente presso le isole ecologiche, ampliando gli orari di apertura sette giorni su sette. Nell’ottica di combattere le discariche abusive, con la Polizia Locale stiamo valutando la possibilità di monitorare le aree critiche con strumenti elettronici.
Da ieri abbiamo cominciato a muoverci concretamente sul fronte della strategia di medio periodo, con la delega della Giunta Capitolina ad Ama a partecipare ai bandi del Pnrr che finanziano interventi per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani. Entro metà febbraio l’azienda dovrà presentare due progetti per due biodigestori anaerobici, impianti che consentono il trattamento dei rifiuti organici attraverso un processo di compostaggio in ambiente privo di ossigeno. La frazione organica oggi a Roma pesa per oltre 200 mila tonnellate l’anno, che per la quasi totalità vengono portati presso impianti nelle Regioni del Nord per ricavarne fertilizzanti per l’agricoltura e biogas. Trattarli localmente significa risparmi di spesa consistenti, minor inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto e possibilità di produrre energia Anche a seguito dell’avvio di un proficuo confronto tra AMA e ACEA sui rispettivi piani industriali, a queste deleghe ne seguiranno altre a breve, sempre a valere sui fondi PNRR, per la realizzazione di altre tipologie di impianti di raccolta, separazione, trattamento delle varie frazioni di rifiuto per avviarle poi al riuso e al riciclo.
Questo è quello che abbiamo avviato in un mese e mezzo. Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e quello dei rifiuti lo è. Noi stiamo provando a cambiare le cose.

29 novembre –  Una delegazione del  Coordinamento dell’Associazione composta dai redattori del Quaderno “La gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio” (E. Amiconi, R. Caggiano, L. Campagna, C. De Bernardinis e S. Spafford) è stata ricevuta dall’Assessora all’Ambiente, all’Agricoltura e ai Rifiuti Sabrina Alfonsi, per un primo scambio di idee ed informazioni sulla futura gestione dei rifiuti da parte della nuova Amministrazione.

Le nostre richieste

Abbiamo espresso il nostro auspicio che sia finalmente visibile un deciso cambio di passo rispetto alle Amministrazioni passate. I rifiuti rappresentano un tema cruciale per la nostra città, la cui vivibilità ne risulta condizionata da anni. La richiesta dei cittadini è quella di uscire da una situazione di eterna emergenza e di vivere in una città pulita e salubre. Ci sono grandi aspettative, alle quali la nuova Amministrazione dovrebbe rispondere con una operazione di verità: informando puntualmente e con trasparenza sulle azioni da intraprendere, presentando un progetto credibile, scevro da ideologismi, che contenga l’indicazione degli obiettivi – distinguendo tra obiettivi a breve, medio e lungo termine – e dei relativi costi. Trasparenza vuol dire condividere anche le difficoltà del percorso. Occorre, invece, evitare annunci eccessivamente ottimistici, che rischiano di deludere e scoraggiare i cittadini.

L’obiettivo finale di un piano rifiuti per Roma non può che essere l’autonomia della città nella gestione di un ciclo industriale dei rifiuti. Ribadendo il giudizio di inadeguatezza che abbiamo già espresso nel nostro Quaderno sul Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, e considerando che è in corso di elaborazione il Piano Nazionale, abbiamo suggerito che Roma Capitale possa concertare con il Governo un assetto impiantistico idoneo a raggiungere l’obiettivo di autonomia. Le priorità su cui il Comune dovrebbe concentrarsi sono il trattamento della frazione organica e dell’indifferenziato, in quanto le altre frazioni riciclabili sono di competenza del CONAI.

Entro la consiliatura potrebbero essere realizzati due biodigestori e una discarca. Per la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore sono necessari tempi più lunghi, senza trascurare la necessità di costruire, con trasparenza e serietà, un solido consenso su tale soluzione. L’ideologia “rifiuti zero” ha finito , paradossalmente, per privilegiare proprio la discarica, che invece è l’opzione più dannosa per l’ambiente, l’ultimo anello nella gerarchia del ciclo dei rifiuti.

Le riposte dell’Assessora Alfonsi

Sabrina Alfonsi ha espresso vicinanza alle nostre posizioni e la volontà di superare, con la realizzazione e/o l’acquisizione degli impianti di trattamento, la sudditanza rispetto alle imprese private. Ritiene che occorra costruire un piano industriale complessivo per il ciclo dei rifiuti di Roma, coordinando verso l’obiettivo dell’autonomia i piani industriali di AMA (partecipata al 100%) e di ACEA (nella quale Roma Capitale è socio di maggioranza). AMA deve essere ricostruita e potenziata. La raccolta va riorganizzata su base territoriale, tenendo conto delle caratteristiche urbanistiche e del tipo di utenza presenti in ciascuna zona. Il contratto di servizio scade a giugno 2022, ma il lavoro per ridefinirne le condizioni inizia ora.

Il PNRR porta con sé non solo fondi, ma anche semplificazioni amministrative che valgono altrettanto. In questo quadro si prevede di poter realizzare 2 biodigestori anaerobici, 2 impianti di trattamento dei rifiuti tessili, un centro di riciclo per i RAEE, un grande centro di preparazione per il riuso.

Un nuovo termovalorizzatore nel Lazio è escluso dal Piano Regionale e non sarebbe finanziabile con i fondi del PNRR (anche se il finanziamento sarebbe possibile con fondi europei di altro tipo).

Quanto allo smaltimento, ritiene che si possano trovare, in Regione, gli impianti necessari a superare il periodo transitorio.

La prospettiva di riformare la struttura di AMA, decentrando l’organizzazione della raccolta a livello di Municipio, ci trova d’accordo.

All’atto dell’insediamento della nuova Giunta, tutti i contratti di conferimento stipulati da AMA erano in scadenza, e ciò ha provocato, per l’ennesima volta, il blocco delle attività di raccolta, rendendo meno visibili gli effetti del Piano Straordinario di pulizia, che è caratterizzato da interventi coordinati fra AMA, Dipartimento Tutela Ambientale e SIMU, in modo da agire contemporaneamente su raccolta dei rifiuti giacenti lungo le strade, diserbo dei marciapiedi, sfalcio delle aiuole, potatura degli alberi, raccolta delle foglie e manutenzione di tombini e caditoie.

Al termine della riunione si è parlato anche di Verde; l’Assessore ha confermato l’affidamento ai Municipi della cura delle aree verdi sotto i 20.000 mq, con esclusione, per ora, della cura delle alberature, in quanto essa richiede competenze tecniche particolari e l’impegno a proseguire ed estendere il trattamento endoterapico contro la cocciniglia tartaruga al maggior numero possibile di Pini.

Alla conclusione dell’incontro è stato confermato l’intento reciproco di mantenere un rapporto costante, pur nella ovvia indipendenza e autonomia, per favorire una corretta informazione ai cittadini, la segnalazione di criticità, suggerimenti e proposte, la possibilità di costruire spazi effettivi di collaborazione.

26 Novembre – Di seguito il testo dell’intervista al quotidiano online Roma Today

 

“La discarica di Roma non sarà una nuova Malagrotta. Ogni quartiere avrà un proprio modello di differenziata”

Intervista a Sabrina Alfonsi, neo assessora a Ambiente e Rifiuti: “In Ama ci sono inidonei al servizio in strada. Li ricollocheremo nel ruolo di informatori a presidio dei cassonetti”

Il piano straordinario per ripulire la città “procede bene”. E da gennaio si punta a mantenere un livello di buona e costante pulizia e raccolta. Il disastro rifiuti non sembra scoraggiarla. L’assessora Sabrina Alfonsi, per otto anni alla guida del I municipio di Roma, ha in mano il dossier forse più delicato per la città. La sfida delle sfida? Far sì che a fine mandato le continue emergenze che costringono i romani a convivere con montagne di immondizia sotto casa siano un ricordo lontano. E allora in campo c’è un po’ di tutto. Nuovi modelli di raccolta, una riorganizzazione interna dell’azienda, le Ama di municipio, gli impianti di riciclo. E, volenti o nolenti, anche una discarica. “Non sarà una Malagrotta – tranquillizza Alfonsi – non andrebbe più neanche chiamata discarica, ci sono tecnologie di ultima generazione che riducono l’impatto”.

Assessora, sui rifiuti si aspettava di trovare questo caos o pensava meglio? 

Ho sempre criticato chi dice ‘non sapete cosa abbiamo trovato’. Se ti candidi a ricoprire un certo ruolo devi sapere quello a cui vai incontro. Io poi ho già amministrato per 8 anni il I municipio di Roma, lo sapevo bene cosa mi aspettava.

Qualche aspetto l’ha sorpresa in particolare?

Sono rimasta un po’ scioccata dal fatto che scadevano gli accordi per il conferimento fuori Roma e nessuno si poneva il problema di quelli successivi. Non ci può essere un buco tra uno e l’altro.

Come sta andando il piano di pulizie? Reggerà anche per Natale con l’aumento fisiologico di scarti?

Sta andando bene, ha piovuto molto negli ultimi giorni e gli allagamenti sono stati meno che in passato, vuol dire che spazzamento e pulizia dei tombini sono stati fatti a dovere. Per quanto riguarda strettamente la raccolta stiamo riuscendo a conferire tutte le tonnellate necessarie nei nuovi sbocchi, e siamo assolutamente tranquilli anche per il periodo delle feste. Stiamo per convocare una riunione con l’assessore al Commercio, Lucarelli, e con tutte le categorie per gestire le utenze non domestiche, che per Natale producono più imballaggi. Bisogna mettere subito un po’ d’ordine.

E a gennaio, finiti gli sforzi straordinari, cosa dobbiamo aspettarci? 

Il lavoro fatto finora diventerà ordinario. Stanzieremo nel prossimo bilancio 100 milioni di euro e con la manutenzione costante il lavoro richiesto ai dipendenti sarà quello ordinario. Non ci saranno microdiscariche in giro per la città da ripulire ma solo cassonetti da svuotare regolarmente. L’obiettivo è non andare più in emergenza, con accordi per il trasferimento in impianti privati sempre in essere, e nell’attesa di avere a disposizione nuovi impianti nostri che renderanno Roma autonoma nel ciclo.

Di quali impianti parliamo e quanto tempo ci vorrà ad averli? 

Si va da quelli provvisori per la tritovagliatura a quelli definitivi per riciclo, riuso, compostaggio. I tempi sono variabili, dai 18, 24, 36 mesi.

Come risponderete alle richieste della Regione sulla discarica? Con Raggi era l’urgenza delle urgenze

Ma la Regione non chiede una discarica, chiede di mettere in campo impianti in modo che Roma diventi autosufficiente.

Per l’autosufficienza serve necessariamente una discarica…

Stiamo facendo il piano industriale di Roma che sarà la somma di quello di Ama e di quello Acea. Ci sono autorizzazioni già all’interno del Comune per esempio per poter collocare i biodigestori anaerobici e gli impianti di trasformazione del materiale. Certo c’è anche il tema della chiusura del ciclo e per chiuderlo una parte degli scarti andrà necessariamente in discarica, ma non parliamo delle discariche di una volta, modello Malagrotta, ma di impianti di ultima generazione con impatto sull’ambiente nettamente inferiore.

Verrà fatta dentro o fuori Roma?

Non è rilevante questo alla luce del discorso che le stavo facendo. Vuol dire fare il ragionamento sbagliato. Il dove e il come dipenderà comunque anche da quanto saremo bravi a gestire i rifiuti.

Come risponderete alle proteste sul territorio?

Comunicando, spiegando ai cittadini che appunto non sarà una seconda Malagrotta, né per tecnologie né per volumi di rifiuto smaltito. D’altronde non c’è un’altra soluzione, a meno che ognuno di noi non vada al supermercato con la busta di stoffa o utilizzi detersivi sfusi, per dire. Bisogna essere capaci a spiegarlo.

Con quali modelli di raccolta si punta ad aumentare la raccolta differenziata? 

Il faro di tutto il nuovo sistema che vogliamo mettere in piedi è senz’altro l’intercettazione di un quantitativo sempre maggiore di rifiuti divisi per tipologia e un abbassamento della quantità di tal quale. A partire da gennaio andrà ridisegnato l’intero sistema di raccolta, aiutati anche da nuove professionalità da definire in Ama. Roma ha caratteristiche urbanistiche diverse da quartiere a quartiere e i modelli saranno diversi da adattare a seconda della zona.

Ci può fare qualche esempio?

Ci sarà il porta a porta ma non solo, penso alle isole ecologiche o ai cassonetti intelligenti che consentono a distanza di sapere quanto sono stati riempiti. Nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) nei 10 bandi a cui Ama parteciperà ci sono anche nuovi secchioni di questo tipo. Nel frattempo stiamo definendo le zone dove collocare i nuovi cassonetti anti rovistaggio, acquistati dalla vecchia amministrazione. Non li avrei comprati, perché l’obiettivo è diminuire il numero in strada, ma sono sicuramente utili a incrementare il decoro, perché non possono essere aperti, e aiutano una differenziata più puntuale.

Serviranno più risorse nell’azienda? 

Il primo lavoro che dovrà fare il direttore generale, come le dicevo, sarà quello di ridisegnare l’intero servizio. Sarà tutto nel nuovo contratto Ama-Comune che andrà ad aprile in Assemblea capitolina, conterrà anche le Ama di municipio. Prima di tutto verranno inizialmente sfruttate meglio le risorse che già ci sono. Ama ha un numero rilevante di lavoratori inidonei a svolgere determinate mansioni, andranno ricollocati ad esempio come informatori dell’utenza a presidio dei cassonetti, per controllare che i conferimenti vengano fatti nel modo giusto. Poi capiremo se saranno necessarie nuove assunzioni. Per le Ama di municipio si tratta di un’organizzazione non più apicale, ma non necessitano di più personale.

Come funzioneranno queste Ama di municipio?

Con un dirigente che potrà avere interfaccia costante con il presidente di municipio, che avrà specifiche dotazioni di mezzi e uomini, che individuerà luoghi adatti dove poter fare isole ecologiche, centri di riuso, piccoli luoghi di trasferenza. Nella sostanza di stratta di gestire la raccolta e la pulizia della città a livello decentrato.

Si pensa a eventuali sinergie di Ama con Acea? Penso al modello multiutility presente in molti Comuni del nord d’Italia. 

Sicuramente lavoriamo per una collaborazione con Acea ma Ama parteciperà da sola ai bandi Pnrr e farà suoi impianti, magari con delle join venture, ma puntiamo prima di tutto a rafforzare Ama.

 

VEDI L’INTERVISTA SU ROMATODAY.IT

Dopo la sconcertante serie di dichiarazioni della Sindaca e di tutto il suo apparato di comunicazione (compreso Marco Travaglio, con il suo articolo Ecoballe sul Fatto Quotidiano) tese a dirottare su altri le responsabilità del disastro sulla gestione dei rifiuti a Roma negli ultimi anni, qui di seguito un interessante video girato dai radicali Alessandro Capriccioli e Massimiliano Iervolino che una volta per tutte chiarisce  le competenze sulla raccolta, sul trattamento e sullo smaltimento dei rifiuti.

Dopo di che, e l’ho già detto in diverse occasioni, quello che trovo ignobile è l’atteggiamento di una Sindaca che in tre anni – con i suoi continui cambi di Dirigenza –  è riuscita a distruggere una azienda pubblica strategica per la città senza avere la benchè minima idea di come andare avanti. Tutto questo mentre i cittadini romani sono arrivati al limite della sopportazione.

 

Massimiliano Iervolino e io ringraziamo Marco Travaglio per il suo articolo di oggi, in cui parla di "ecoballe" sui rifiuti sparando a sua volta altre ecoballe: è l'occasione per spiegare, una volta per tutte, di chi sono le competenze sulla raccolta, sul trattamento e sullo smaltimento dei rifiuti. Così, tanto per evitare che si arrivi al campionato del mondo di superballe senza colpo ferire. Buona visione.

Gepostet von Alessandro Capriccioli am Dienstag, 9. Juli 2019