10 Febbraio, 2025
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FIUME ANIENE

E’ in corso la rimozione della discarica abusiva presente su un terreno di proprietà privata sito in via di Ponte Mammolo, nel Municipio IV, in prossimità del corso del fiume Aniene. L’area era stata oggetto di un incendio di rifiuti nel mese di agosto del 2023, mentre a luglio del 2024 aveva preso fuoco un’area a pochi metri di distanza.

Ama dal 23 dicembre u.s. sta eseguendo un intervento in danno del proprietario privato dell’area con una squadra formata da 8 operatori che lavorano con l’ausilio di un escavatore, un bobcat e un autocarro con braccio a ragno per ripulire il terreno da oltre 500 tonnellate di rifiuti, tra cui anche elettrodomestici, carcasse d’auto e suppellettili.

“Già sono state tolte 100 tonnellate di rifiuti”, ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che stamattina ha effettuato un sopralluogo insieme all’assessora capitolina all’Ambiente e ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, al presidente del Municipio IV, Massimiliano Umberti, al presidente di Ama, Bruno Manzi, e al DG della municipalizzata, Alessandro Filippi.

“Mettiamo fine a una ferita che ha creato disagi agli abitanti di questo territorio- ha spiegato Gualtieri- Con la rimozione dei rifiuti non solo si bonifica questa area ma evitiamo che finiscano nel fiume Aniene e da li’ nel Tevere. E’ un intervento particolarmente importante e atteso: avevamo fatto alla proprietà l’ingiunzione di ripulitura del terreno ma non è stata rispettata, e dopo un complesso procedimento amministrativo interveniamo in danno facendolo noi. Poi ci rivarremo sui proprietari per farci rimborsare i costi, che in questo caso ammontano a circa di 350mila euro”.

“Per ora la pulizia riguarderà soltanto i rifiuti rinvenuti in superficie” ha aggiunto l’Assessora Sabrina Alfonsi, “ma se il terreno dovesse in futuro diventare proprietà di Roma Capitale saranno svolte indagini anche sul sottosuolo per verificare un’eventuale presenza di rifiuti anche li’. Se ci dovesse essere una nostra presa in carico per espropri o qualunque altro motivo- ha detto Alfonsi- dovremo fare le caratterizzazioni come stiamo facendo, ad esempio, in tutti i parchi d’affaccio realizzati sul Tevere. Questo spazio, peraltro, sarebbe un parco d’affaccio già pronto.

Stiamo realizzando un intervento di ripristino ambientale ma anche della legalità, perche’ un proprietario non può avere una discarica funzionante a sua insaputa. Ci sono circa 700 discariche private abusive e noi le vogliamo controllare” conclude l’Assessora.

Nel triennio 2022 – 2024 sono stati oltre 300 gli interventi di rimozione di discariche abusive di rifiuti eseguiti da AMA, con un trend in crescita che ha visto nel 2024 raddoppiare il numero di interventi rispetto all’anno precedente, anche grazie all’incremento dei fondi a disposizione per questo tipo di operazioni, passati da 2,3 milioni di euro del 2023 ai 5 milioni di euro nel 2024.

Tra gli ultimi interventi di questo tipo effettuati da Ama ci sono quello su un’area a Collatina Vecchia (Municipio IV), per la rimozione complessiva di circa mille tonnellate di rifiuti avviati a trattamento e recupero; la bonifica nel Parco di Monte Mario e delle aree di via della Magliana (altezza stazione Muratella) e di via Isacco Newton (XI Municipio) ad agosto scorso, per un costo complessivo di 80mila euro; l’intervento all’interno del Parco Tevere Roma Sud a luglio con un costo di 300mila euro.

AMA ha effettuato una mappatura delle discariche presenti sul territorio cittadino, che risultano essere circa 700. Per la loro rimozione è stato stimato uno stanziamento complessivo di circa 20 milioni di euro per i prossimi anni.

Dal punto di vista della strumentazione tecnica utilizzata da AMA per realizzare l’intervento, la novità è rappresentata dalla presenza di un vaglio rotante, applicato al braccio di un escavatore, che consente la separazione del rifiuto raccolto dalla terra in cui si trovava e quindi un minor costo di gestione – perché diminuisce il peso – e una maggiore facilità di recupero di una parte del rifiuto da gestire, mentre la parte non recuperabile viene smaltita.

Roma, 16 gennaio 2025

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11 giugno – Roma tra Tevere e Aniene, Roma e la sfida delle nuove professionalità per i giovani e le giovani delle nostre università. Oggi alla Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma con il Rotary Club Roma Est parliamo del futuro della nostra città, di ecosostenibilità, di vie d’acqua e rigenerazione!

 

L’INTERVENTO DI SABRINA ALFONSI

Uno degli obiettivi che la prossima amministrazione deve imperativamente porsi è la valorizzazione delle vie d’acqua, del Tevere, dell’Aniene, dei laghi e dei bacini, attraverso un’ottimizzazione della Governance.
Sono tante le sfide che la nostra città si trova davanti, una di queste è coniugare lo sviluppo della Roma futura con le nuove professionalità, con la tecnologia ma soprattutto con la sostenibilità ambientale.
É un’esigenza che riscontriamo ogni giorno e che sta iniziando a trovare risposte – è recente la nascita della facoltà di Ingegneria del Mare dell’Università Roma Tre, con sede a Ostia. Coniugare l’ingegneria industriale e meccanica, con un orientamento verso le applicazioni in ambiente marino mira ad utilizzare le tecnologie industriali per l’utilizzo delle risorse marine, per la tutela dell’ambiente costiero e per lo sviluppo delle relative infrastrutture in ottica di sostenibilità ambientale e di sviluppo ecocompatibile, in linea con gli indirizzi strategici Blue Growth dell’Unione Europea.
L’acqua, bene primario e fondamentale per ogni essere vivente, è l’oro blu, in ogni sua forma. La preservazione dell’ambiente è la mission collettiva del futuro, per tutti gli stati.
Tanti temi amministrativi, educativi e politici si intersecano su questo tema: dal pensare a come cambia il nostro modo di vivere la città, di spostarci all’interno di essa, ai nuovi corsi di studio e alle nuove professioni, che mutano al mutare della città – in questo l’anno di smartworking ha sicuramente rappresentato una cesura, evidenzi9ando un nuovo modo di lavorare e di vivere di conseguenza gli spazi.
Roma è attraversata da tante axcque, non solo dal Tevere ma anche dall’Aniene ed è costellata da laghi, bacini, laghetti, oltre ad essere bagnata dal Mare nel suo Municipio X, Ostia.
Il quadro della gestione amministrativa delle acque a Roma è piuttosto contorto.
• ad oggi abbiamo un Ufficio Speciale Tevere, incardinato all’interno della Direzione Generale del Comune
• Ad oggi ci sono 18 diverse soggetti che non riescono a coordinarsi tra di loro per decidere cosa e come fare per gli interventi.
Sarebbe opportuno considerare l’istituzione di un ente pubblico, come “braccio operativo” dell’Amministrazione Comunale, per la gestione del Tevere.

Altro tema strettamente legato a quello delle acque (in cui inserisco oltre a Tevere e Aniene anche bacini acquiferi, piccoli laghi, penso allo Snia, a Martignano ad esempio, e il mare) è la visione politica della città futura da qui a trent’anni che si ha della nostra città, e su questo non possiamo esimerci dal confronto con le altre Capitali Europee (Londra, Parigi).

Il punto non è il potenziamento dell’Ufficio Speciale Tevere. Serve invece una delega politica ad hoc, che potrebbe essere di competenza dell’Assessore capitolino all’Ambiente o anche del vicesindaco, proprio per l’importanza che riveste.
Quello che è mancato in questi anni è proprio un indirizzo politico chiaro, che non può essere attribuito da un ufficio tecnico che un giorno crea una spiaggia e il giorno dopo un prato. Non serve ufficio speciale nè un braccio operativo, ma uno staff serio e preparato collegato alla delega.
Delega specifica che dovrebbe essere data anche ai municipi per i segmenti di loro competenza, in quanto interlocutori “privilegiati” nelle scelte che riguardano i loro territori.

Si innesta su questo tema ovviamente la questione del decentramento ancora inattuato a Roma. Da una parte abbiamo la necessità di ascoltare e coinvolgere i territori nelle scelte, dall’altro il tema è avere “una testa” che guida i tanti decisori. Al momento, sono otto anni che partecipiamo a tavoli convocati una volta dall’Autorità del Bacino, una volta dalla Regione Lazio, con grande caos e nessuno che guidi realmente i passi, in alcuna direzione.

La semplificazione è l’obiettivo, semplificazione che si traduce in due soggetti politici interlocutori (assessorato regionale e comunale) che dettano la linea ai vari uffici. Semplificazione è anche rivisitazione delle competenze (chi fa cosa). Paradosso: la pulizia delle banchine è della regione, quella delle piste ciclabili è del comune, la potatura degli alberi su strada compete al comune ma i rami che sporgono sono competenza della regione… e se l’uno interviene per errore nella competenza dell’altro, si rischia il danno erariale.
Qualche giorno fa ci è arrivata una segnalazione riguardante una infiltrazione in un muraglione, che è di competenza della Sovrintendenza, ma le banchine sono della regione, e così via… non vi è alcuna sintesi tra tutte queste anime che dovrebbero prendersi cura e valorizzare il Tevere.

Il “sentiero Pasolini” da questo punto di vista è un ottimo esperimento di  inclusione e partecipazione della cittadinanza, una sorta di “Tevere condiviso” (da noi Riva de’ Cocci a Testaccio). Penso anche al Parco del Tevere alla Magliana, inaugurato dall’allora sindaco Marino con Maurizio Veloccia (allora presidente di quel territorio) poi abbandonato e solo recentemente valorizzato grazie all’intervento della regione Lazio (protocollo con associazione che cura area verde del Tevere lì a Magliana). La cura dei beni comuni deve essere appunto condivisa CON le istituzioni non in modo autonomo, come hanno fatto i cittadini nel caso del sentiero Pasolini. Penso che il vero tema sia la co-gestione dei beni comuni, qualunque essi siano: noi lo stiamo facendo nel municipio con il verde, con le scuole, stipulando PATTI DI COLLABORAZIONE che stabiliscono modi e tempi della valorizzazione delle aree verdi o degli usi degli spazi scolastici. Penso che si debba andare in questa direzione e stipulare patti di collaborazione con le associazioni e i comitati anche per il Parco del Tevere, coinvolgendo la cittadinanza, educando i piccoli alla cura dei luoghi e sensibilizzandoli sull’importanza del fiume nella storia e come ecosistema ambientale.
I bambini delle elementari spesso fanno le gite sul Tevere in battello, da Marconi a ostia antica. Ma sono nicchie. Rendere il Tevere davvero navigabile per i cittadini con il biglietto (tipo quello dell’Atac) sarebbe un bellissimo modo di ridare valore a quella che era la via di comunicazione per eccellenza al tempo dei romani, la via del commercio, la via dei trasporti.

Il confronto con le altre capitali europee: mi viene in mente Parigi, con la Senna e i canali (come il canale Saint  Martin, o il canal de l’Arsenal) navigabili, con le banchine che diventano spiagge in estate e tutto l’anno sono meta di concerti, musica itinerante… Lo stesso a Londra, l’amministrazione ha fatto nei decenni passati grandi investimenti per rigenerare i Docks, le banchine un tempo malfamate del Tamigi. Ora sono ex fabbriche diventate luoghi di culto, ad esempio la TATE MODERN una delle più belle gallerie d’arte del mondo ha sede in prossimità del fiume in una ex fabbrica…. Dobbiamo rigenerare i luoghi per rigenerare i contesti.