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ALFONSI: DIFFONDIAMO MEMORIA. ULIVO PER VITTIME GENOCIDI 

Roma, 24 marzo 2023  –  L’assessora all’Agricoltura Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi  ha partecipato questa mattina all’evento ‘Memoria a più voci’ organizzato dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, dall’Unione Comunità Romanès, dall’Università La Sapienza e dall’Associazione Arte e Memoria con la messa a dimora di un albero di ulivo dedicato alla memoria delle vittime dei genocidi, in piazza Vittorio Emanuele II.

“Piazza Vittorio per Roma è un luogo fortemente simbolico, un crocevia all’interno del quartiere più multietnico della città. Un luogo dove si incontrano culture e religioni, credenze e tradizioni.
La città racconta, lo abbiamo sempre detto. Attraverso le pietre dell’inciampo, le targhe, i luoghi, la toponomastica, gli alberi, tasselli di memoria diffusa che non ci permettono di dimenticare la nostra storia collettiva ma silenziosamente sono baluardo di ciò che è stato.
Da oggi anche con l’ulivo messo a dimora nell’ambito dell’evento Memorie di voci, in ricordo delle vittime dei genocidi, quelle della Shoah e quelle del Samudaripen, il genocidio della popolazione romanì”, dichiara l’Assessora Alfonsi.
“Le piante simboleggiano la forza, la vita, la resilienza, la rinascita. L’ulivo, pianta millenaria, è il simbolo della memoria per eccellenza, una memoria che abbiamo il dovere di coltivare e trasmettere, ogni giorno, ai bambini e agli adulti.
Grazie al Dipartimento SARAS-Sapienza Università di Roma, a UCRI Unione Comunità Romanès in Italia, a UGEI – Unione Giovani Ebrei d’Italia e all’Associazione Arte in Memoria per aver costruito questo percorso insieme alla città: è stato un piacere e un onore portare il saluto del sindaco Roberto Gualtieri e il mio personale a questo evento. Diffondiamo memoria”, conclude l’Assessora Alfonsi.

Roma, 25 maggio 2022  – Nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer, celebriamo la memoria di un uomo che è stato protagonista della storia dell’Italia democratica e antifascista negli anni drammatici del terrorismo, sempre in difesa dei più deboli e dei lavoratori e sempre avendo come faro l’interesse del Paese e la Costituzione repubblicana.

Alla sua profonda umanità accompagnava una capacità di visione politica innovativa e lungimirante che ha trasformato il PCI, il più grande partito comunista d’Occidente, in forza di governo e di cambiamento.
Ha posto, per primo, la “questione morale” del sistema partitico italiano, che costituisce uno dei capisaldi del suo lascito, ancora oggi attualissimo, politico e intellettuale.

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Titolo Panchina: Il filo della Memoria

Largo Chiarini

 

La memoria è un filo, il filo che ci guida, che connette, che non  fa perdere l’orientamento ma costruisce e indica  la direzione.

 

Filo come metafora , come strumento per non perdere la memoria, la cognizione di ciò’ che stato …filo come elemento di crescita, che affonda le radici nel passato  ma tende verso il futuro. Costruire non è possibile senza ricordare. Il ricordo, la memoria, sono alla base dell’evoluzione del singolo e la collettività. Ho scelto quindi di proporre un elemento decorativo e facilmente assimilante e concorde all’arredo urbano che abbia come modulo il filo….costruzione e dissoluzione….impossibile senza guardare al passato.

 

 

L’Artista

   Roberta Venanzi

nasce a Roma 1985 città in cui attualmente vive e lavora. Si diploma cum laude presso l’Accademia di Belle Arti di Roma conseguendo il diploma quadriennale in Decorazione, successivamente il di II livello.

Durante il suo percorso di studi ha la possibilità di trascorrere un semestre a Barcellona in cui, presso la Escola Massana, approfondisce le tecniche pittoriche, musive e incisorie.

Conclude con successo il Master in grafica d’Arte offerto dalla Fundación CIEC de La Coruña.

Si stabilisce nella città galiziana a seguito dell’assegnazione di una “residenza d’artista” promossa dalla galleria “Monty 4 Arte Contemporaneo “, inizia così una collaborazione che durerà fino al

2017.

Il Comune di Carballo ( La Coruña) le affida l’ideazione e direzione del progetto di Arte Urbana , “Derrubando Muros con Pintura” per le P.R. e il coordinamento degli artisti nonché la gestione dei fondi. Si occupa inoltre del lavoro creativo realizzando tre murales.

Successivamente si dedica all’insegnamento presso varie istituzioni pubbliche e private, in pittura, incisione, legatoria.

Nel 2017 rientra in Italia e ottiene l’abilitazione a guida turistica presso il Comune di Firenze.

Si specializza in storia dell’arte con un focus su quella paleocristiana, barocca e rinascimentale.

Ad oggi lavora come docente, continuando nell’esercizio della professione di guida turistica, non da ultimo porta avanti la sua ricerca artistica nel campo dell’incisione e della pittura coordinando progetti internazionali in collaborazione con associazioni culturali e scuole.

 

2 agosto – Quarantuno anni dopo non è ancora finita. Manca l’ultimo pezzo di verità sull’orrore del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna quando 23 chili di esplosivo fecero 85 vittime e oltre 200 feriti. Il più grave attentato terroristico italiano, secondo in Europa solo alla carneficina del 2004 alla stazione di Atocha, Madrid, 191 vittime.

Aspettiamo tutta la verità, e non dimentichiamo

#stragediBologna   #2agosto

IL RESTO DEL CARLINO

8 maggio – Questa sera abbiamo inaugurato, alla vigilia della giornata nazionale dedicata alle vittime del terrorismo, l’area verde a loro dedicata riqualificata dal Municipio davanti allo stadio delle Terme di Caracalla.

Tutto nacque nel 2017 quando l’Assessora Anna Vincenzoni partecipò alla celebrazione di quell’anno a nome del municipio entrando in contatto con Giovanni Ricci, figlio di Domenico Ricci, ucciso durante il rapimento di Aldo Moro insieme ad altri 4 uomini della scorta, e Giampaolo Mattei, fratello di Virgilio e Stefano, morti durante il tragico rogo della loro abitazione a Primavalle.
Fu un attimo nel trovarsi d’accordo sul fatto che un’area verde intitolata alle vittime del terrorismo non poteva trovarsi in uno stato di abbandono come quello in cui versava da qualche anno. Così decidemmo di richiederla al Comune per prendercene cura come municipio con l’obiettivo di renderla dignitosa, nel rispetto della memoria che porta con sé.
Da stasera e per gli anni futuri lo è e lo sarà. #primomunicipio #roma #iomeloricordo

5 maggio – A 90 anni dall’anniversario della sua nascita, una targa in memoria del Professor Massimo Fagioli.

“Il 19 maggio il Municipio I Roma Centro apporrà, in via di Roma Libera, a Trastevere, una targa commemorativa per il prof Massimo Fagioli”.

A dichiararlo in una nota sono la Presidente del Municipio I Roma Centro, Sabrina Alfonsi e la Consigliera Daniela Spinaci, proponente dell’iniziativa e Presidente della Commissione Pari Opportunità.

“Sono contenta di questa iniziativa – spiega la Presidente Alfonsi – perché ho avuto la fortuna di conoscere personalmente il professor Fagioli a una festa dell’Unità a Caracalla e ho sempre molto apprezzato i suoi accurati interventi sul tema della violenza di genere e per le battaglie per il diritto alla cura dei disagi mentali. Per questo, insieme alla Giunta, ho deciso di dare seguito alla mozione del Consiglio che ha promosso l’iniziativa”.

“Sono molto soddisfatta – ha dichiarato la Consigliera Daniela Spinaci – per questo importante riconoscimento al prof. Fagioli da parte del I Municipio di Roma. Il lavoro parte da una mozione di cui sono proponente e che grazie al sostegno delle consigliere e consiglieri firmatari, al Consiglio municipale che ha votato favorevolmente l’atto e alla sinergia con la Giunta e la Presidente Alfonsi, ha portato al risultato finale. Lo psichiatra dell’analisi collettiva ha avuto non solo il merito di aprire il varco a un pensiero e una prassi del tutto nuovi in ambito medico, ma anche il grande coraggio di combattere per tutta la vita affinché la cura della malattia e dei disagi mentali fosse completamente gratuita”.

L’appuntamento per la cerimonia il 19 maggio, alle ore 16,00 in via di Roma Libera.

leggi l’articolo su Repubblica on line

Sabrina Alfonsi: “Decine le iniziative per celebrare la Liberazione nel primo municipio”.

25 aprile – La festa di Liberazione è sempre giovane e le tante iniziative sul nostro territorio stanno a dimostrarlo, anche se le norme anti Covid hanno limitato un grande appuntamento come quello della storica manifestazione cittadina. Insieme agli assessori della giunta municipale, abbiamo cercato di garantire la nostra presenza e testimonianza al maggior numero possibile di esse.

Per iniziare, la mattina del 24 abbiamo portato un fiore alla targa dedicata ai partigiani in Via Andrea Doria e a seguire in Via Urbana abbiamo reso omaggio, insieme all’Acli, alla memoria di  Don Pappagallo.

La Giornata della Liberazione è iniziata presto, con un saluto alla partenza della gara internazionale di ciclismo GP della Liberazione a Caracalla, mentre alle 10.00 eravamo a piazza Walter Rossi con l’associazione dei compagni di Walter e l’Anpi, per festeggiare la liberazione e chiedere un restauro sollecito della statua dedicata a Walter.

Poi tutta la squadra degli assessori si è ricongiunta per essere presente in delegazione al presidio dell’ANPI a Porta San Paolo alle ore 10,30.

Alle 11.00 un saluto on line e una breve partecipazione all’iniziativa promossa dalla Rete inquilini Ater San Saba, e poi alle 12.00 con Emiliano Monteverde e Anna Vincenzoni siamo stati in via Bixio pedonalizzata per festeggiare il 25 aprile con le iniziative dell’Associazione Genitori Di Donato.

Alle 15.00 un passaggio al presidio di Articolo 1 in Piazza Cairoli, e poi alle 16.00 al flash mob, convocato dal Municipio insieme ad ANPI e circolo Gianni Bosio, davanti agli storici locali di Via dei Giubbonari chiusi da tempo, per chiedere che vengano trasferiti al Municipio per trasformarli nel Centro studi resistenza e memoria storica “Guido Rattoppatore”. Qui abbiamo scoperto che nel corso delle ore precedenti il Campidoglio aveva voluto anticipare la nostra iniziativa facendo apporre una targa accanto alla porta, che indica quei locali come la sede di un infopoint sulla resistenza affidato ad un fantomatico Comitato di cui però nessuno degli Organismi titolati sembra far parte. Cercheremo di capire meglio nei prossimi giorni, ma quello che è sconcerta è l’atteggiamento del Campidoglio, che non si è degnato, in una occasione così importante, di inviare nessun rappresentante per annunciare l’iniziativa.

Alle 17.00 abbiamo deposto una corona di fiori presso il monumento ai partigiani in Santa Maria in Trastevere e poi, alle 17.30, nel Giardino di Vicolo del Cedro a Trastevere, nell’ambito del progetto Io e l’Altro ideato da Simona Sarti abbiamo inaugurato una panchina d’artista dedicata a Clemente Scifoni, partigiano gappista, che ci ha lasciato di recente. Ad accompagnare la piccola cerimonia, in presenza dei familiari di Clemente, le musiche di Marco Quaranta e le letture della Compagnia teatrale Voci nel Deserto.

Alle 19.00 abbiamo concluso questa lunga e meravigliosa giornata in Piazza Risorgimento, dove nel giardino di fronte al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri, abbiamo scoperto una targa marmorea in ricordo delle donne che combatterono per la Resistenza, mogli, madri, sorelle dei carabinieri deportati dai nazisti nel 1945”.

 

VIDEO INTERVENTO FLASH MOB VIA DEI GIUBBONARI

VIDEO OMAGGIO ALLA MEMORIA DI CLEMENTE SCIFONI, GIARDINO DEL CEDRO

 

Di seguito alcune immagini delle varie iniziative:

 

  

6 marzo – Per la Giornata dei Giusti dell’Umanità, ci ritroviamo al Civico Giusto, il n. 24 di Viale Giotto, dove Bruno Fantera e sua madre Esifile nascosero la famiglia Moscati fino alla Liberazione e la salvarono dalla barbarie nazifascista. Per questo sono ricordati tra i Giusti allo Yad Vashem.

Da diversi anni insieme alle famiglie Fantera e Moscati e a Paolo Masini con

Roma Best Practices Award, ci ritroviamo per il premio dedicato a Nonno Bruno, “Giusto tra i Giusti”, con i lavori delle nostre scuole che ogni anno ci sorprendono sempre più per la loro capacità di approfondire con disarmante semplicità e acutezza un tema profondo, quello della memoria e della Shoah.
Per questo sono felice di aver partecipato qui a San Saba alla posa della mattonella del Civico Giusto, perché penso che la memoria sia costituita da tanti tasselli e che tutti noi dobbiamo coltivarla ogni giorno, lasciando dei segni anche attraverso i luoghi, con le pietre dell ‘inciampo, le targhe, i murales e anche le mattonelle, perché ciò che è stato non accada mai più.

“Quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore”.
Liliana Segre
L’esercizio della Memoria.
“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.
Nelle parole di Anna Frank è racchiuso il senso del Giorno della Memoria, la ricorrenza che
si celebra in gran parte del mondo, ogni anno.
Settantasei anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz. E rivelavano al mondo, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore.
Nella “fabbrica della morte” furono uccisi almeno un milione di prigionieri: uomini, donne, bambini. Quasi tutti ebrei. Ma anche polacchi, Rom, Sinti, prigionieri di guerra sovietici, testimoni di Geova e altri nemici della Germania nazista.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre” ci ha ammonito Primo Levi.
E allora il 27 gennaio dobbiamo ricordare non solo la Shoah, ma anche le leggi razziali approvate sotto il fascismo, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, tutti gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte.
Parlando delle leggi razziali, la senatrice a vita Liliana Segre ha ricordato: “un giorno di settembre del 1938 sono diventata “l’altra”. E da quel giorno, a otto anni, non sono più potuta andare a scuola. Mio papà e i nonni e mi dissero che ero stata espulsa. Chiesi perché, mi risposero che ci sono delle nuove leggi e gli ebrei non possono fare più una serie di cose. Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste capisce che una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini”.
“Ci accostiamo al tema della memoria con commozione e turbamento, con dubbi e interrogativi irrisolti . Auschwitz rappresenta “un tragico paradosso:si tratta della costruzione più disumana mai concepita dall’uomo, uomini contro l’umanità: una spaventosa fabbrica di morte”. Ricordare esprime un dovere di civiltà”.
Lo ha detto il Presidente Sergio Mattarella nel “Giorno della Memoria”. “La costruzione ha cancellato le ignominie della dittatura ma non intende dimenticarle: per questo la memoria è un fondamento della Costituzione, contro l’arbitrio e la sopraffazione. E’ un sentimento civile energico e impegnativo”.
Mai come oggi, mentre i negazionismi avanzano nel mondo, è infatti importante ricordare. Una recente ricerca Eurispes rivela che anche in Italia, in circa 15 anni, la percentuale di chi non crede all’orrore della Shoah è passata dal 2,7% al 15,6% con un 16% che sostiene che la
persecuzione sistematica degli ebrei “non ha fatto cosi’ tanti morti”.
Sono dati davvero inquietanti.
L’esercizio della Memoria sta diventando sempre più difficile, man mano che i sopravvissuti a quelle tragedie ci lasciano. Ormai ne sono rimasti pochi, pochissimi.
Sta a noi, alle istituzioni e alla nostra coscienza di cittadini liberi, fare in modo che la loro testimonianza resti sempre viva.
Sabrina Alfonsi